L’introduzione dello stato civile, che fu istituito il 29 ottobre 1808, durante il Decennio francese, comportò la tenuta e la compilazione di quattro distinti registri, stesi in duplice copia per ogni anno, relativi rispettivamente alle nascite, ai matrimoni, ai decessi e agli atti diversi connessi ai primi tre, con registrazioni quotidiane che iniziarono dal 1809.
In precedenza, i medesimi dati – salvo che per le nascite, “sostituite” dai battesimi – potevano essere desunti dallo spoglio dei libra tenuti da ciascuna parrocchia, come previsto alla metà del XVI secolo dal Concilio di Trento, e in parte da alcuni documenti per lo più a carattere fiscale come i catasti onciari.
Ciò premesso, la ricerca prende in esame un campione dei registri ottocenteschi di stato civile (nascite, matrimoni, morti) del Comune di Atina, offrendo – attraverso una serie di grafici – una panoramica storico-sociale e statistica della popolazione prima dell’introduzione dei censimenti moderni.
La campionatura, che è operata su scala decennale (ad eccezione del computo dell’andamento dei matrimoni, che viene rappresentato su scala quinquennale), prende a riferimento il cinquantennio che va dal 1811 al 1861, in modo da fotografare i dati nel corso di tre diverse fasi politico-istituzionali: il Decennio francese (1806-’15), la Restaurazione borbonica (1815–’60) e l’Unificazione nazionale (1860-‘61).
Per la consultazione dei registri, si è fatto riferimento alle versioni digitalizzate degli atti dello stato civile del Comune di Atina del Decennio napoleonico e della Restaurazione, negli esemplari coevi depositati al Tribunale civile di Terra di Lavoro (sedente in Santa Maria) e in seguito versati all’Archivio di Stato di Caserta, così come pubblicate nel portale “Antenati. Gli Archivi per la Ricerca Anagrafica” del Sistema Archivistico Nazionale, al seguente indirizzo web (consultato nel periodo 7-17 gennaio 2020):
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