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La popolazione d'inizio '900

Il presente studio rappresenta la terza parte di un’articolata indagine storico-sociale e statistica sulla popolazione di Atina tra i secoli XIX e XX. Ad una prima parte, avviata con la pubblicazione dei dati relativi al cinquantennio 1811-1861, desunti dall’esame delle corrispondenti fonti dello Stato civile (atti di nascita, di morte e di matrimonio), ha fatto seguito un percorso in cui sono stati elaborati, sulla scorta della medesima tipologia di fonti, i dati relativi agli ultimi due ventenni dell’800.

In questa terza parte, invece, sono stati elaborati soltanto i matrimoni, con riferimento al ventennio 1901-1921. I dati sono stati computati per lustri, tenendo comunque presente l’effetto prodotto dal periodo 1915-1918, in cui l’Italia è stata interessata,com’è noto, dagli eventi della prima guerra mondiale.

I MATRIMONI

1 - Andamento dei matrimoni

Rispetto all’ultimo quarto dell’800 si assiste a un lieve incremento del numero medio di matrimoni (40 l’anno). Un’emblematica inversione di tendenza coincide, come evidenzia il grafico di fianco, con gli anni della Grande Guerra, in cui si registra un crollo delle unioni: da 26 del 1915 si passa, infatti, a 14 degli ultimi due anni del conflitto. Tuttavia, un recupero si verifica già nel primo anno post-bellico, nel quale vengono rilevati ben 109 matrimoni. Il trend resta alto anche negli anni immediatamente successivi. Le unioni sono sempre perlopiù fra atinati, anche se, in media, un matrimonio su quattro è contratto con forestieri, dei quali poco più della metà valligiani (in particolare di Casalattico, Gallinaro e Picinisco).

2 - Età media di nuzialità

Il grafico a fianco mostra l’età media di nuzialità anche distinta per sesso. Nell’ultimo quindicennio dell’800 si era registrato una media totale di 28,25 anni, molto maggiore a quella degli anni precedenti. Nel primo ventennio del ‘900, invece, viene fotografata un’inversione di tendenza, con una media totale pari a 25,8 anni. Tale dato configura un ritorno ai valori dei primi anni postunitari. In termini disaggregati, per gli uomini l’età media è pari a 27 anni e mezzo, per le donne a circa 24.

3. Distribuzione mensile dei matrimoni

I matrimoni sono distribuiti in maniera uniforme su tutti i mesi dell’anno, come evidenzia il grafico 3. Va rilevato, tuttavia, un maggior numero di matrimoni celebrati nei mesi “freddi”, in particolare da ottobre a febbraio, con un picco registrato nei mesi di dicembre (11,74%) e gennaio (13,15%).

4. Distribuzione settimanale dei matrimoni

Il grafico 4 conferma che il giovedì è - così come era avvenuto per la prima metà dell’800, e con un dato molto superiore all’ultima rilevazione dello stesso secolo - anche nel primo ventennio del ‘900 il giorno della settimana preferito per sposarsi, grazie a una percentuale di circa il 44%. Viene confermato anche il trend in aumento degli ultimi due giorni della settimana, con il sabato al 30% e la domenica a circa il 13%. Da notare anche il 10% delle unioni verificatesi di lunedì, mentre sporadiche sono quelle registrate di mercoledì (2,82%) e di martedì (0,47%). Il venerdì è l’unico giorno della settimana in cui non si sposa mai.

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